venerdì 13 agosto 2010

Il preservativo del Papa

Personalmente sogno un mondo dove il Vaticano faccia campagne per promuovere il preservativo nei film porno. Tuttavia va detto qualcos’altro.





Il papa non ha tutti i torti quando dice che il preservativo non risolve il problema dell'Aids. Sessofobia della Chiesa a parte, monolitica e macroscopica, ridicola e anacronistica, occorre dire le cose come stanno. E cioè che l'imbecillità occidentale pseudo progressista, convertita ad una sessualità ignorante, quasi del tutto ludica, incosciente, e non più riproduttiva, ritiene che i milioni e milioni di malati di Aids nel mondo abbiano contratto il virus perché hanno scopato. Questo la dice lunga sulla qualità d'intelletto dell'opinione pubblica occidentale che quantomeno dovrebbe coltivare il dubbio di quanto pensa quando ad esempio sente parlare di milioni di bambini (non esattamente attivi sessualmente) che in Africa muoiono di Aids. Tuttavia, malgrado l’evidenza dei fatti e delle statistiche, l’opinione pubblica occidentale preferisce credere alla favola disneyana del preservativo, convertendo le realtà di altri paesi e continenti al proprio scenario permeato di una placida e condivisa libertà sessuale. Ignorando, ad esempio, che chi può in una qualche maniera offrire un apporto di gran lungo più decisivo in fatto di lotta contro l’Aids, come le compagnie farmaceutiche, che non fanno parte della Chiesa, ma che provengono dal nostro stesso “Mondo Libero”, fa poco o niente.


È stato calcolato che tra quattro anni il mercato globale dell'industria farmaceutica raggiungerà la cifra di 1.043 miliardi (m-i-l-l-e-q-u-a-r-a-n-t-a-t-r-e miliardi) di dollari. Le maggiori aziende produttrici dei farmaci antiretrovirali per combattere l'HIV, come Glaxo, Pfizer o Novartis, hanno negato per anni l'accesso ai farmaci salvavita a milioni di ammalati del Terzo Mondo, condannandoli in questo modo ad una morte prematura. La Pfizer è il più potente colosso del farmaco al mondo, una multinazionale planetaria con un giro d'affari di 266 miliardi di dollari, cioè superiore ai PIL dei 18 Paesi africani più ricchi messi assieme. Le sue politiche commerciali sono costate migliaia di vite in Occidente e milioni nel Terzo Mondo (fonti Paolo Barnard). La stessa Pfizer che poi confeziona video spot come questo, gettonatissimo e apprezzatissimo in rete.




Morale della favola. Il papa, che nel bene e nel male (tanto) è una persona di elevatissima cultura, a differenza della stragrande maggioranza delle persone che lo attaccano anche se a giusto titolo ma per mezzo di argomentazioni becere ed infantili, ha ragione quando dice che il preservativo non può essere l’arma invincibile da impugnare contro la piaga dell’Aids. È vero, probabilmente il retroterra culturale e concettuale che genera certe esternazioni, anche se esatte, è corrotto da una dottrina imbevuta di ideologie arcaiche, superate e pericolose. Tuttavia, il vero baratro etico, espresso in milioni di morti, non è certo da imputare alla Chiesa o alle proprie derive concettuali, ma alla nostra stolidità plebiscitaria, questa sì enorme, distruttiva e scandalosa, che sempre più spesso si limita ad agitare con fare ebete i santini della propria modernità anziché accorgersi delle oscenità di un sistema dominato da indecenze morali di gran lunga più disgustose. Quel nostro stesso mondo civile e progredito nel quale siano cresciuti. E quella stessa cultura della quale continuiamo a nutrirci.



DMD

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