mercoledì 11 agosto 2010

Scopare Cose

Scopare cose. Oggetti, animati o meno, bambole, simulacri, replicanti.
Parti anatomiche riprodotte in serie sponsorizzate da un mercato muscolare, spalleggiato da campagne pubblicitarie ammiccanti, favorite da contesti sociali e relativismi sessuali, morali, comportamentali sempre più destabilizzanti. Scopare cose è un’eccezione sempre più rilevante.
Da un lato il sesso ha assunto valore sociale, scopo quindi valgo, dall’altro l’oggettivazione del corpo e dei sentimenti, la mercificazione dell’orgasmo che va a pari passo con un’industrializzazione pervasiva, un libero mercato onnipresente e la promozione di determinati modelli sociali libertini trasversali. Il relativismo morale e clinico ha completamente sdoganato la parafilia. L’accettazione automatica di qualsiasi aspetto emergente del reale ha contribuito ad abbattere il confine tra perversione, non più deviazione ma surplus sessuale e quindi sociale, e compulsione, cioè malattia.
Essendo la nostra una Tossicocrazia, capace di tramutare qualsiasi impulso in imperativo, il sesso è divenuto, a maggior ragione, una droga. Si chiama endorfina, sostanza prodotta dal cervello durante l’orgasmo. Sessodipendenza e ninfomania sono psicosi spesso mimetizzate nella foresta degli archetipi contemporanei, confuse tra nuove scale di valore. «I sessodipendenti in realtà hanno una dipendenza dalle endorfine, non dal sesso. I sessodipendenti hanno un bisogno folle della feniletilamina peptide che si produce in situazioni di pericolo, di infatuazione, di rischio e di paura. Per un sessodipendente le tette, il cazzo, il clitoride o la lingua o il buco del culo sono una pera di eroina sempre lì, sempre pronta all’uso» (Chuck Palahniuk, Soffocare). Un orizzonte in espansione. Una pulsione collettiva. Cioè un potenziale mercato.
Ed essendo la nostra, tra le altre cose, anche una Mercatocrazia, il sesso, sempre lui, inteso sia come pratica che organo genitale, è diventato oggetto e quindi merce e quindi bene di consumo, riproducibile ed acquistabile all’infinito. Marxianamente parlando un piccolo-grande capitale. Marx a parte è evidente che la rivoluzione sessuale dei ‘70, l’emancipazione istrionica degli ’80 e la caduta di molti muri nei ’90 ha portato allo scenario corrente. Tanto è vero che il fenomeno, di portata macroscopica, viene comunemente intercettato anche dalla cultura di massa (vedi Paolo Crepet, Sull’Amore, 2006). Basterebbe contare i negozi di articoli erotici per accorgersi di come il loro numero si sia raddoppiato, triplicato in dieci, vent’anni. Così come i night club ed il fenomeno della prostituzione, tra sfruttamento e business spontaneo. Per non parlare dell’industria del porno, dominante in internet, in termini di frequentazione. Tutto ciò non rappresenta di certo un cambiamento profondo nella capacità di conoscere le emozioni. Non dimostra che sappiamo “amare” meglio. Tutto ciò prova invece il contrario. Che la nostra società soffre di, o comunque si sottopone a, una rivisitazione della sessualità come competizione ed accumulo di esperienze. Qualsiasi esse siano.
La sessualità intesa come valore sociale da perseguire è generatrice di nuove isterie. L’associare il sesso al successo ed al rilancio esistenziale ha comportato a minare ulteriormente l’integrità pericolante del maschio moderno. Attribuzioni storicamente inedite che in questi ultimi tempi hanno allargato la crepa, allagandola di strane aspettative, prospettive distorte, utopie morbose. Il maschio, sempre più relativizzato, infantilito, deresponsabilizzato e deprivato di ruoli, è un soggetto alienato, smarrito, confuso. Un soggetto facilmente intercettato da una nuova idea di sessualità, bulimica e desumanizzante, spesso legata a logiche di possesso.
La donna per il maschio moderno è peraltro un essere incomprensibile. La figa un luogo sconosciuto. Ad esorcizzare l’ignoto c’è il feticcio. Un oggetto sostitutivo, tangibile e alla portata. Non domino l’ente ma l’oggetto di esso, la sua forma materiale (un po’ la logica della bambola voodoo). Per conoscere replico, per consumare (ri)produco. E questo è a ben vedere un logaritmo che si riproduce non solo nella sfera sessuale ma in molti altri ambiti del contemporaneo.
A peggiorare un simile status quo fatto di inettitudine, inesperienza, morbosità, bulimia, infantilità tipicamente maschili, c’è un certo atteggiamento della donna moderna, sempre più autocrate ed autoreferenziale. Donne che si ritengono o amano ritenersi, in una prospettiva maschile, “oggetti” del desiderio. E donne che in taluni casi si dimostrano come tali. Oggetti d’attenzione, venerazione, amore. Leggi anche soprammobili, totem esistenziali, feticci sessuali. Che si tratti di persone o cose la sensazione è comunque quella di copulare con un oggetto. Per le ragioni che abbiamo visto il passaggio dalla carne alla plastica è minimo. E dall’oggettivazione alla riproducibilità in serie. Un mercato, quello dell’oggettistica sessuale, in crescita esponenziale, opportunamente aggiornato, puntuale, dinamico, creativo. E remunerativo.
Spesso si è portati ad intendere il fenomeno come una fase transitoria, intelocutoria, quasi sperimentale della propria dimensione sessuale: un approfondire il legame con il proprio corpo. Ma scopare cose non significa necessariamente recuperare se stessi ma una propria dimensione onirica. Raccogliersi o ripiegare in un sesso masturbativo non significa esattamente esercitare dell’onanismo ma una simulazione. Del resto convertire il reale in virtuale è uno dei caratteri determinanti e determinantistici del nostro tempo. Il distacco dalla realtà, accettare l’illusione, adoperarsi per proiettarne ed introiettarne delle nuove, è necessario, taumaturgico, anche se allo stesso modo pericoloso, dilatatorio, alienante. Tuttavia l’astrazione, ludica, tossica o introspettiva che sia, funge da placebo. A rischio di cadere nella parodia.




Altri video:

Honey Pie. Real Dolls. Bambole Sessuali da $6000. California. Matt McCullen dice che sono vere opere d'arte. Il video di questa fabbrica artigianale.

Tokyo Lazy Doll. VBS Tv si interroga, a modo suo, sulle Bambole Sessuali giapponesi.

Ghetto Doll Brothel. VBS Tv in un bordello di Bambole Sessuali.











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Altri Link:

Original Doll Story: 1, iperrealismo del corpo 2, personalizzazione del pube 3.

Per gli amanti del Do It Yourself, un sito che celebra il connubio tra sesso masturbativo e bricolage. Roba per McGyver depravati: Homemade Sex Toys.
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DMD

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