lunedì 16 agosto 2010

Ecce Homo: Paul Tibbets



 

Paul Tibbets (1915-2007).






Generale ed aviatore statunitense. Fu l'uomo che in un unico gesto uccise più esseri umani nella storia. Era il 6 agosto 1945. Qualche tempo fa Bertinotti disse che la bomba su Hiroshima servì a fermare Hitler, morto tre mesi prima.
Paul Tibbets venne onorato di undici medaglie, tra le quali la World War II Victory Medal, oltre ad essere inserito nella National Aviation Hall of Fame.

Dice Tibbets che durante le sei ore di volo da Tinian a Hiroshima non pensò affatto alle implicazioni morali di ciò che stava per fare. E, se c'è da credergli, non ci ha pensato neppure nei quarant’anni successivi.
“Forse che nella guerra c'è una qualche moralità?”, domanda.








“Mi diressi a sud”, ricorda Tibbets. “Il mio compito era sganciare la bomba e andar via. Non intendevo certo restarmene a guardare come un turista. Tibbets non è tornato mai più a Hiroshima. Poche settimane dopo la resa del Giappone, andò invece a Nagasaki. Vide la distruzione, vide le scure ombre umane disegnate sui muri, presso i quali le vittime erano state bruciate e ridotte in fumo. “A questo punto”, dice, “si trattava solo di curiosità accademica. Visitò uno stand di souvenir, e comprò alcune scodelle da riso e dei piattini decorati a mano.

Nel 1952 fu girato il film Il prezzo del dovere (titolo originale: Above and Beyond), dedicato alle imprese di Tibbets, nel quale gli venne messa in bocca frase: "Mio Dio, che abbiamo fatto?!..." poi passata nei manuali di storia. Per la verità fu il co-pilota Bob Lewis a scarabocchiare nel giornale di bordo le parole: "My God".

A guerra finita Tibbets restò nell'aviazione militare, raggiungendo il grado di brigadiere generale. Il suo matrimonio, che durava da diciassette anni andò in pezzi. Negli anni ha avuto occasione di incontrare i membri superstiti del suo equipaggio, e, a quanto afferma, nessuno di loro ha mai perso una sola notte di sonno, nessuno ha provato rimorsi.








Lo rifarebbe oggi? Per esempio, se gli Stati Uniti avessero deciso di usare la bomba su Hanoi durante la guerra del Vietnam, lui avrebbe obbedito? “Ma certo”, risponde, “Sono stato educato alla disciplina. Ai miei tempi, se uno riceveva un ordine da chi ne aveva l’autorità, obbediva”.

Tibbets vorrebbe che il pubblico giudicasse le armi nucleari in base alla logica, e non a quelli che egli definisce impulsi emotivi. “La guerra è l’inferno”, dice, citando le parole del generale Sherman. “La gente, in guerra, viene uccisa. E noi abbiamo creato un’arma capace di distruggere la civiltà”.
Ciò nonostante, in lui non esiste rammarico né rimorso. È convinto che, nella generazione successiva alla sua, molti abbiano capito ciò che lui fece.





foto di famiglia irachena



Tibbets, quando ancora aveva il comando di un’unità strategica in Florida, ricevette la visita di Mitsuo Fuchida, l’ufficale giapponese che aveva guidato l’attacco contro Pearl Harbor. Ironia della sorte, Fuchida fu il primo testimone dell'apocalisse di Hiroshima in quanto si stava avvicinando in volo all'aeroporto per atterrare durante lo sgancio della bomba.
“Vogliamo parlare?” chiede Fuchida.
Tibbets: “Lei ha fatto un ottimo lavoro. Ci ha colti di sorpresa”.
Fuchida replicò: “Anche lei ha fatto un cattivo lavoro”.
Tibbets: “Vorrei che mi si considerasse un patriota”, dice. “Un uomo capace di fare il proprio dovere … uno che ha servito il suo paese meglio che ha potuto".








Tibbets si ritirò dall'aeronautica statunitense il 31 agosto 1966. In seguito divenne presidente di una compagnia di aerotaxi di Columbus. Sul suo sito internet era possibile finanziare la sua pensione acquistando il modellino autografato di Little Boy per 250 dollari, spese di spedizione comprese.










Morì il 1 novembre 2007. Fu sepolto per suo stesso volere a Columbus, in una tomba senza nome, perché nel corso degli anni era stato più volte minacciato di atti vandalici sulla sua sepoltura. 





DMD











Nessun commento:

Posta un commento