F.U.C.K


F.U.C.K (Futile and Unspokable Cancers - Custodies - Comedy - Consiousness of Karma). 

Via mail o per mezzo della posta di Facebook, mi vengono chieste le solite domande. Che qui riassumo e alle quali cerco di rispondere. Cominciando inizialmente dal cosa, come e perché.

Il Cosa.
Anticultura amatoriale, feticci, improvvisazioni, suggestioni, disinformazione, anticonformismo, cose brutte, robe stronze, porno. Tutto quello che grosso modo puoi trovare qui dentro.

Il Come.
Con gli occhi. DoeMustDie è un blog, un normalissimo e fottutissimo blog, fatto di articoli, foto, video e che si legge e si può vedere. Dietro c’è una sfilacciata progettualità e poco altro oltre ad una tenue militanza.

Il Perché.
Perché sì. Perché no?

“DoeMustDie” cosa significa?
Per Doe si intende John Doe, che non è il fumetto, né l’ex bassista degli X, né il serial killer di Seven, né tanto meno si riferisce alla serie tv. John Doe è un nomen nescio , nella più classica delle accezioni. 

L’unica implicazione extra è quella relativa a Frank Capra ed il suo film. E se siete dei cinefili incalliti sapete che mi sto riferendo a Meet John Doe  (Arriva John Doe) del ’41. Sì insomma, guardatevelo è un bel film . C’è una storia dietro questo lungometraggio che se siete dei cinefili incalliti naturalmente conoscete. Ve la faccio più breve possibile: Frank Capra era un regista con le palle. All’epoca era l’unico che si potesse permettere il nome nei cartelloni pubblicitari sopra il titolo. Capra, che era anche presidente della SDG, è colui che riporta l’idea di film come creazione artistica di un autore. Del resto lui è un cineasta privilegiato, è il padrone di ciò che realizza in un’epoca dove i registi non sono altro che operai della produzione. Nonostante tutto Capra è Hollywood, pur essendo un anarchico. I suoi sono film di successo che lo portano ad accumulare un potere non paragonabile con nessun altro regista dell’epoca. E così inizia a girare lungometraggi che trattano in modo ossessivo lo stesso argomento: lo scontro di un individuo contro un sistema di potere che vorrebbe stravolgerne la personalità o indurlo al silenzio. Una volta risolto il suo contratto con la Columbia, Capra decide di fare il suo film contro il sistema, insofferente com’è alle leggi di Hollywood. Così si mette in proprio e assieme al suo sceneggiatore di fiducia, Riskin, scrivono Meet John Doe: una redattrice di giornale, per evitare il licenziamento, scrive una lettera  aperta verso i lettori che è una vibrante protesta contro le ingiustizie sociali. La lettera viene firmata “John Doe”. In seguito al successo di pubblico la redattrice convince la redazione di trovare un uomo in grado di impersonare John Doe . Da una schiera di miserabili viene infine scelto un ex giocatore di baseball caduto in disgrazia, interpretato da Gary Cooper. Da quel momento John Doe diviene una sorta di burattino mediatico: tiene discorsi alla radio che riscuotono un consenso sempre crescente finché non viene usato per scopi elettorali dall’editore del giornale, uno stronzo reazionario  che mira alla Casa Bianca. Quando John Doe si rende conto si essere solamente un manichino, un volgare strumento del potere, decide di suicidarsi.
Il finale rompe quindi il tabù hollywoodiano dell’happy ending, fondamentale nel cinema classico, ma con la morte del protagonista, altro tabù, Capra vuole veicolare un significato ancora più profondo e sovversivo: questo film intende mettersi provocatoriamente contro l’establishment. Del resto lui, l’unico cineasta indipendente di quegli anni, può farlo. Ne ha mezzi e l’autorità.
Dopo sei mesi dalla fine delle riprese Capra torna sul set e decide di cambiare il finale. John Doe, che nella versione originale si butta da un palazzo, viene dissuaso dai suoi stessi sostenitori, affettivamente legati alla sua persona malgrado si tratti di un’identità virtuale. In realtà il finale evidenzia il fallimento duplice dell’impresa: la mancata immolazione di Doe e la dipendenza dei suoi seguaci dalla strumentalizzazione. John Doe non è più quindi quel disgraziato usato come manichino dai media, ma anche l’intera platea che lo sostiene.
Meet John Doe è un film che testimonia il rientro nei ranghi di Capra il quale successivamente si rifugerà in film più disimpegnati.
Il titolo del blog, DoeMustDie, si riferisce anche questo episodio.

Morale della favola: John Doe è un nome che vuol dire nessuno. Che non si riferisce ad alcuna identità. John Doe è il nome che non si può dire, perché privo di significato in quanto è l’appellativo che si dà all’anonimato e in senso più esteso all’uomo democratico, banale, qualunquista, superficiale, conformista. Un essere che vive per automatismi, privo di autonomia e fantasia, incapace di ribellarsi da sé. John Doe è la maggior parte della gente comune, che si ritiene per se stessa, per la propria testimonianza esistenziale e per il proprio patrimonio di esperienze accumulate esclusiva ed irripetibile malgrado inerte ed ininfluente. John Doe sono perciò tutte quelle persone alle quali non rimane altro che morire.

DoeMustDie, se non si fosse ancora capito, sta per “John Doe deve morire”.

Cosa vuoi?
L’ho appena detto.

Chi sei veramente?
Nessuno. Davvero. Essere al corrente della mia identità non è funzionale al blog, a quello che ci sta dentro e a quello che dico.

Da dove vieni?
Italia. La provincia della città più bella e morta al mondo.

Sei di destra o di sinistra?
Sono politicamente sconnesso. La cosa che ho più somigliante ad un partito politico sta sotto il mio ombelico.

Cosa fai nella vita?
Esisto. E scrivo. O scrivo per esistere.

Quanti anni hai?
Abbastanza per saperne qualcosa senza che nessuno possa ritenermi vecchio o saggio.

Sei fidanzato o sposato?
Mio nonno diceva che quando una donna te lo chiede devi sempre rispondere di no. Se te lo chiede un uomo occorre rispondergli di farsi pure i cazzi che vuole tranne il tuo.

Ma cosa intendi tu per anticonformismo?
Incollocabilità, ribellione, spirito, sintesi e sostanza.

Qual è il significato della vita?
Interpretazione.

DMD